martedì 26 dicembre 2023

SANTA LUCIA ‘A SARAUSANA QUANNU CAMINA, CAMINA SUVRANA

 Per il portamento del simulacro in processione


di Salvo Sorbello




Oggi è il giorno della Festa, atteso tutto l’anno! Queste brevi note, che hanno voluto accompagnare, in un percorso di fede e di devozione, verso la data del 13 dicembre, che ciascun siracusano, in qualsiasi parte del mondo si trovi, aspetta con gioia, sono state bene accolte da tanti lettori. 

Accolgo allora volentieri l’invito del direttore Giuseppe Bianca e proseguiremo il nostro cammino nel segno di Santa Lucia fino all’Ottava di mercoledì 20 dicembre.  




Santa Lucia ‘a sarausana

cca avi i peri comu ‘na bammina

quannu camina, camina suvrana

Santa Lucia ‘a sarausana

Questo detto è riferito al portamento del simulacro in processione. 

La statua venne realizzata, dall’orefice palermitano Pietro Rizzo, nel 1599, come è riportato sul lembo del manto di Santa Lucia ed è alta 1,54 mt.. Rappresenta un'immagine di movimento, con il piede destro che sembra voler abbozzare un passo in avanti: è la nostra Santa Patrona che percorre le vie di Siracusa. 

Il simulacro nella sua interezza venne solennemente benedetto nel 1618 dal presule Giovanni Torres. Siamo, come ricorda mons. Sebastiano Amenta, nel periodo successivo al Concilio di Trento, in cui la Chiesa aveva ribadito “il valore delle opere per la salvezza dell’anima, l’invocazione e la venerazione dei santi, il culto delle reliquie e delle immagini”. E determinante fu la spinta dei Gesuiti di Siracusa per una corretta promozione del culto di Santa Lucia, in particolare si distinse in questa meritoria attività pastorale padre Bartolomeo Petracci. 

Ci volle uno sforzo assai notevole di tutta la comunità siracusana per affrontare la ben più difficoltosa realizzazione della cassa argentea. C’è da evidenziare che già nel 1541 il vescovo Girolamo Beccadelli Bologna aveva fondato l’organismo dei Procuratori di Santa Lucia, poi diventata Fondazione Deputazione della Cappella di S. Lucia, con il compito di promuovere il culto pubblico della Santa. 

Per reperire gli ingenti fondi necessari il Vicerè autorizzò i Procuratori di Santa Lucia ed il Senato Siracusano a “ fondere et reducere in massa ”delle vecchie monete  ad effetto di fabbricarse et finirsi una cascia di argento quali molti anni sono si havi incominciato senza mai potersi dare il compoto del denaro necessario a tale effetto”.

La cassa, a forma di parallepipedo, è lunga 1,75 mt ed ha una larghezza pari a 1 mt. e negli angoli, rafforzati da pilastri in argento, sono state realizzate otto nicchie con statue di vescovi, mentre lungo i fianchi sono collocati sei pannelli che rappresentano episodi della vita di Santa Lucia.

San Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita a Siracusa, il 6 novembre 1994 sostò in preghiera ai piedi del simulacro, esposto per l’occasione nella Cappella della Cattedrale. 


UN NUOVO ANNO LUCIANO

La Chiesa siracusana si appresta a vivere un altro Anno Luciano, dal prossimo giorno della Festa, con una lettera pastorale dell’arcivescovo Mons. Lomanto che invita a riscoprire le virtù di Lucia per l’oggi di ciascuno e che si concluderà il giorno dell'Ottava del 2024. 

Culminerà con l’arrivo nel mese di dicembre – per la terza volta (dopo il 2004 ed il 2014) – delle Spoglie di Santa Lucia.

L’attuale arcivescovo emerito di Siracusa mons. Giuseppe Costanzo nel 2004 aveva indetto un ‘Anno luciano’ in occasione del 1700° anniversario del martirio di Santa Lucia. In quello stesso anno aveva chiesto ed ottenuto dal Patriarca di Venezia la concessione del corpo di Santa Lucia per alcuni giorni in occasione della festa di dicembre. 

Sabato prossimo l’appuntamento con i giovani con la "Via Lucis": si partirà alle 20:30 dal santuario della Madonna delle lacrime e, con una fiaccolata, si arriverà al Santuario S. Lucia al sepolcro.




100 ANNI DELLA PARROCCHIA DI S. LUCIA AL SEPOLCRO

Il prossimo anno ricorre anche il 100mo anniversario dell’erezione, con decreto dell’11 aprile 1924 dell’arcivescovo Mons. Giacomo Carabelli, della parrocchia di  S. Lucia al Sepolcro, affidandone la cura pastorale ai Frati Minori e che  riuniva entro i suoi confini una popolazione di quindicimila abitanti. 

Fino al 1629 sopra l’antica chiesa del sepolcro di S. Lucia, come ricorda mons. Pasquale Magnano, c’era la chiesina dedicata a S. Agata, che fu poi ricostruita in via Savoia, presso l’attuale ronco Sant’Agata e che, a sua volta, fu venduta all’asta nel 1904 per 7500 lire? 

A Siracusa così non esiste più una chiesa dedicata a Sant’Agata, che pure fu unita nella devozione e nella storia della chiesa alla nostra Santa Lucia. 




CUCCIA E ARANCINI

In tante parti della Sicilia, come Palermo, resiste l’usanza di non consumare il giorno di Santa Lucia derivati della farina di frumento ma solo grano in chicchi, ceci o riso, soprattutto panelle e arancini. 

La cuccia, fatta di grano bollito, può essere condita con il latte, con la ricotta o con miele, con il cioccolato oppure con il vino cotto. Esiste pure una versione salata. Il  nome cuccia deriva da “chicco”, che in dialetto si dice cùocciu, da cui cùoccì-a poi cuccìa. 

A Corigliano Calabro oggi, oltre alla cuccìa, si preparano tredici pietanze tra dolci e salate.


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