giovedì 28 dicembre 2023

Oggi l’anniversario del terremoto più devastante del ‘900 in Italia. La protezione di S. Lucia su Siracusa

 di Salvo Sorbello

Oggi ricorre l’anniversario della più grande catastrofe sismica che colpì l'Italia del secolo scorso. 

Il  28 Dicembre del 1908  un devastante terremoto, di magnitudo superiore a 7, colpì l'Italia meridionale, soprattutto la zona dello Stretto di Messina,  provocando decine di  migliaia di vittime e gravissimi danni.

Il  terremoto aveva avuto il suo epicentro in mare e  fu così potente da generare delle altissime onde di tsunami,  anche di più di tredici metri in alcune località e che  dopo soli cinque - dieci minuti raggiunsero violentemente le coste, provocando i maggiori disastri .

Si pensi che il maremoto raggiunse anche l'isola di Malta, dove circa un’ora dopo la scossa il livello del mare si abbassò per circa 1,20 metri, per poi innalzarsi di 1,50 metri sopra il livello medio, allagando il pianterreno di case e negozi situati vicino al mare e furono molte le barche da pesca ad essere  trasportate sulla spiaggia.  Ovviamente lo tsunami raggiunse anche la nostra città e nelle prime ore del mattino il piazzale dove poi fu costruito il Palazzo delle Poste fu letteralmente  invaso dal mare. L’esposizione del Simulacro di Santa Lucia  che viene fatta per tutta la mattina intende ricordare proprio questo evento: si decise, infatti,  di portare subito sul luogo, in pellegrinaggio penitenziale, il simulacro della Santa,  per invocare la protezione della Patrona sulla città. Il mare cominciò a ritirarsi e, per ricordare l’evento, l’anno successivo venne realizzata un’edicola votiva, che si trova proprio in Riva della Posta e dove oggi la Deputazione deporrà un omaggio floreale. 



martedì 26 dicembre 2023

CLASSIFICA NAZIONALE BENVIVERE

 Nella classifica nazionale del BenVivere,Siracusa guadagna due posti, ma resta sempre nelle ultime posizioni, passando dal 97mo al 95mo posto. 

È questo il verdetto del Rapporto sul BenVivere delle Province Italiane 2023, presentato in questi giorni al Festival dell’Economia Civile a Firenze.

La prima in classifica delle siciliane è Ragusa, che si piazza al 64 posto, ben trentuno posizioni più avanti di Siracusa.

Il Rapporto mostra comunque un generale peggioramento su tutto il territorio nazionale. Sono infatti parecchi i parametri che, sulla base dei criteri dell’economia civile, che individua come calcolare il benessere di un Paese (da quello  della generatività fino a quello della partecipazione attiva dei cittadini), non hanno fatto registrare una performance positiva.

Siracusa è in ogni caso coinvolta in un quadro negativo per il Sud. Non dimentichiamo che per tornare al Pil del 2008, anno di inizio della Grande recessione, mentre  l’intero Paese lo ha già fatto nel 2022, al Mezzogiorno mancano ancora ben sette punti percentuali per raggiungere il livello di benessere materiale di quattordici anni fa.

Peraltro, secondo i curatori del Rapporto, neppure la crescita del Pil non garantisce meccanicamente la felicità delle persone, intesa come soddisfazione e ricchezza di senso del vivere. 

Il rapporto sul Benvivere valuta ben 77 indicatori, che vanno dalla demografia alla cultura, dall’accoglienza all’ambiente, dalla salute alla legalità.

A consentire ad alcune province di avere un forte miglioramento sono stati essenzialmente i servizi per la persona e gli indicatori di demografia e famiglia, mentre le realtà peggiori sono state penalizzate dai dati relativi all’Impegno civile e alla sicurezza.

La classifica, evidenziano i curatori, “mette in risalto come la creazione di imprese che generano lavoro degno, la nascita di organizzazioni sociali, lo sviluppo di attività culturali e sportive, diano contenuto e senso all’esistere e alla sua dimensione relazionale, migliorando le diverse dimensioni del benessere e del ben-vivere. Nei nuovi indicatori di benessere multidimensionale, sviluppati negli ultimi decenni, la creazione di beni e servizi resta senza dubbio un aspetto importante perché il valore economico dei beni prodotti e venduti ci dice della nostra capacità di creare occupazione e ricchezza economica che ci consente di pagare i debiti pregressi. Ma le parti sociali del nostro Paese identificano una serie di dimensioni chiave per la qualità della nostra vita come salute, istruzione, qualità del paesaggio, ecosistema, qualità della vita di relazioni, efficienza dei servizi, qualità del mercato del lavoro e sicurezza”. 

 

Salvo Sorbello

 Oggi è la giornata europea dedicata ai caregiver, istituita per sensibilizzare le istituzioni e la collettività sul valore sociale di chi, ogni giorno, dedica il proprio tempo alla cura delle persone più fragili. 

È giusto celebrare questa Giornata anche a Siracusa, sperando che pure nella nostra realtà siciliana venga riconosciuta, tutelata e valorizzata la figura dei caregiver familiari, persone coinvolte nella cura e nell’assistenza dei familiari non autosufficienti e/o affetti da grave disabilità. 

Speriamo che presto anche nella nostra regione possa essere riconosciuta una figura essenziale ma che spesso, incredibilmente, non è né valorizzata né resa visibile. I caregiver familiari vanno equiparati alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, tutte  persone che si trovano a svolgere questo ruolo di assistenza. Si tratta molto spesso di donne, che di sovente si trovano costrette purtroppo ad abbandonare il loro lavoro per poter prestare, a titolo gratuito, le necessarie cure al familiare bisognoso, perdendo ogni tipo di diritto e agevolazione. Si calcola  che circa l’80% dell’assistenza fornita a persone con malattie croniche, disabilità e altri bisogni assistenziali di lungo termine sia fornita da caregiver familiari, amici e vicini, che si prendono cura dei propri cari in maniera completamente gratuita, spesso  trascurando la propria salute, e sacrificando lavoro, affetti e riposo. 

Peraltro, i caregiver sono spesso “invisibili”: trascorrono molte ore della loro giornata insieme alla persona che assistono ma è difficile che siano essi stessi davvero consapevoli del grande e preziosissimo sforzo che stanno compiendo e di cui beneficia non solo del proprio caro ma, indirettamente, l’intero sistema sociosanitario.

Salvo Sorbello - presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari di Siracusa

IL SERVIZIO ASACOM FORSE RIPARTIRÀ LUNEDÌ PROSSIMO

 “A più di un mese dall’inizio della scuola e dopo tante, comprensibili sollecitazioni, finalmente lunedì ripartirà il servizio Asacom per gli alunni con disabilità delle superiori. 

Ma incredibile- dichiarano Lisa Rubino, presidente del CoProDis e Salvo Sorbello, presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari -  con una riduzione dell’orario del 20%, assolutamente inaccettabile. 

Se tagli si vogliono operare, non devono certo essere fatti penalizzando le persone più fragili e le loro famiglie. 

Non dimentichiamo che gli assistenti all’autonomia e comunicazione sono degli operatori socio-educativi, che vanno ad affiancare gli studenti con disabilità sensoriale, psicofisica e con autismo per favorirne l’integrazione scolastica e garantire loro il pieno diritto allo studio. 

Sono figure molto importanti- concludono Sorbello e Rubino -  quindi  andrebbe prevista una loro stabilizzazione, anche per poter disporre di un servizio migliore”. 

 

PREOCCUPANTI I DATI DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA

 Ancora dati preoccupanti per la dispersione scolastica in provincia di Siracusa sono quelli che emergono dal Rapporto dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia.

A livello regionale si rileva una generale diminuzione dell’IDSG (Indice di Dispersione Scolastica Globale), che prende in considerazione cinque dimensioni del fenomeno: l’evasione, l’abbandono, il non assolvimento dell’obbligo di istruzione, la non convalida dell’anno scolastico per numero di assenze e la non ammissione all’anno successivo. Da un confronto tra gli anni scolastici 2021-22 e 2022-23, si rileva in calo l’indice di dispersione scolastica globale, che in Sicilia passa dal 4,55 al 4,14. Una leggera diminuzione del fenomeno si registra sia nelle scuole secondarie di primo grado (medie) sia nelle superiori. Solo per la scuola primaria l’indice resta pressoché invariato. 

L’INDICE PIU’ ALTO E’ PURTROPPO QUELLO DI SIRACUSA

Proprio per la scuola Primaria l’indice IDSG più alto è purtroppo quello della provincia di Siracusa (1,11, superiore anche allo 0,98 dell’anno precedente), mentre il più basso risulta quello della provincia di Caltanissetta, con 0,27.

Allarmanti pure i dati della nostra provincia per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e di secondo grado, anche se in questo caso il valore dell’indice è inferiore all’anno scolastico scorso. 

Molto si sta facendo nella provincia di Siracusa ma occorre tenere ben presente che il fenomeno dell’abbandono scolastico deve avere un’attenzione prioritaria: se ragazze e ragazzi lasciano prematuramente la scuola, vuol dire  che corrono maggiori rischi di disoccupazione, povertà, esclusione sociale e devianza. 

Nella nostra società il livello di istruzione riveste infatti sempre più importanza per l’accesso al lavoro e di conseguenza contrastare l’abbandono scolastico precoce è essenziale per evitare il rischio di esclusione sociale dei nostri giovani. 

Un dato è certo: l’esperienza, anche quella di Paesi stranieri all’avanguardia, dimostra che una scuola è al passo con i tempi non tanto e non soltanto sulla base del numero dei computer o dei tablet, ma soprattutto se è in grado di colmare le differenze esistenti tra gli alunni.

E’ necessario quindi prestare molta attenzione anche alle modalità con cui vengono spese le somme destinate agli istituti scolastici. A volte, infatti, a fronte di massicci investimenti nel digitale, vengono sottovalutate situazione problematiche anche molto serie, relative alle strutture, alla qualità degli spazi alla formazione iniziale e in servizio degli insegnanti. E serve prestare la massima attenzione dal livello di sofferenza psicologica esistente tra i ragazzi e che è testimoniato anche dall’alto numero di suicidi.

Un altro aspetto che dalle nostre parti è sottovalutato è quello del lavoro minorile, sia di italiani che di stranieri, che le famiglie di origine mandano appositamente in Italia per racimolare qualcosa da inviare loro. 

In tante, troppe famiglie italiane dove magari il genitore è disoccupato si pensa di ovviare mandando a lavorare il minore oppure coinvolgendo fin da piccolo nella gestione quotidiana dell’attività commerciale e così facendolo allontanare dalla scuola, spesso subito dopo la terza media. 

Salvo Sorbello

​PERSONE CON DISABILITA’: ANDARE OLTRE IL NOI E LORO

 L’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, diretto da don Salvatore Spataro, ha scelto “Qualità della vita ed inclusione” come tema per l’inaugurazione dell’anno accademico 2023/24.

Dopo la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Lomanto, è stato proprio il direttore  don Spataro, in un affollato salone del Santuario, ad illustrare le attività e gli scopi dell’Istituto. 

Sono seguite le prolusioni di due personaggi molto popolari: suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana e Nico Acampora, fondatore di PizzAut Nutriamo l’inclusione. 

Suor Veronica, che ha voluto usare per il suo intervento la lingua dei segni, appresa fin da piccola essendo figlia di genitori sordi, ha insistito sulla necessità di andare oltre il "noi e loro", per superare gli stereotipi e riuscire a passare dall'inclusione all'appartenenza. 

Tema centrale del suo discorso è stato il percorso con cui la  disabilità è stata trattata, nel corso del tempo, in ambito ecclesiale. Man mano si sta promuovendo una pastorale con una prospettiva inclusiva, riconoscendo che le persone con disabilità sono cristiani senza bisogno di altri aggettivi,  a pieno titolo. Da qui l’affermazione “Noi, non loro”, dove il noi comprende appieno il disabile.  

Nessuno deve essere lasciato indietro nessuno e tutti hanno pieno diritto di prendere parte alla vita della comunità cristiana. Nessuna persona, tantomeno se disabile, deve essere quindi relegata nella solitudine. 

Nico Acampora ha invece parlato del suo progetto “PizzAut nutrire l’inclusione”, con cui ha fondato le prime pizzerie al mondo gestite interamente da personale con disturbi dello spettro autistico, partendo da Cascina de Pecchi, alle porte di Milano, con un successo davvero strepitoso.

Un vero e proprio esempio positivo di imprenditoria sociale non solo in Italia, per costruire occasioni e opportunità che restituiscono autonomia e dignità, anche tramite l’attività lavorativa.

Salvo Sorbello 

CRESCE IL NUMERO DEI POVERI E SOPRATTUTTO QUELLO DEI MINORI

 Tredici ragazzi su cento vivono in grave povertà  nel nostro paese e aumentano le famiglie in povertà assoluta, che non possono cioè permettersi le spese necessarie a condurre una vita accettabile, come pagare l’affitto di casa, le cure mediche o gli abiti, garantirsi tre pasti al giorno. 

Ed è significativo come siano quelle con tre o più figli minori e quelle straniere le famiglie in condizioni più pesanti delle altre. I dati dell’Istat sono impietosi e devono fare riflettere tutti: : le persone in povertà assoluta sono più numerose al Sud rispetto al Nord, ma ovunque i più penalizzati sono in particolar modo i  minori. 

Nel momento in cui si fa un gran parlare di combattere la denatalità, occorre purtroppo rilevare come, ancora oggi, l’incidenza della povertà relativa cresca di pari passo all’aumentare del numero dei componenti della famiglia, fino ad arrivare addirittura al 35% (e nel Sud al 40%) per le famiglie più numerose (di cinque componenti e oltre). 

Ed in tale contesto rattrista, preoccupa e dovrebbe costituire una delle priorità del welfare constatare che dieci milioni e mezzo di bambini e ragazzi che vivono nel nostro Paese non abbiano la stesse possibilità di accedere a case, scuole e spazi pubblici adatti alla crescita, all’educazione e al benessere fisico e mentale. 

Molti di loro vivono in quartieri  periferici, dove si registrano condizioni di isolamento, povertà, degrado urbano e carenza  di idonei luoghi di aggregazione e di servizi. Sono persone che non possono essere costrette a vivere nell’emarginazione ed è interesse dell’intera società fare in modo che questi bambini abbiano tutte le possibilità, le opportunità concrete di esprimere al meglio le loro straordinarie potenzialità. Per questo va combattuta, anche nella nostra realtà locale, costantemente, ogni giorno la dispersione scolastica e vanno realizzate iniziative di inclusione sociale, di politiche attive per il lavoro non sporadiche ma strutturali ed efficaci. 

Salvo Sorbello - Presidente Provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

Dal costo del figlio al valore sociale ed economico della natalità

 L’importanza degli investimenti a sostegno della famiglia e le misure prioritarie in vista della Legge di Bilancio per incentivare la natalità e contrastare il fenomeno del cosiddetto inverno demografico. Queste le tematiche principali al centro del convegno: “Dal costo del figlio al valore sociale ed economico della natalità”, organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari svoltosi a Roma, presso la Camera dei Deputati. 

 

Costo per il mantenimento di un figlio

 

Crescere un figlio è un’esperienza emotivamente straordinaria e che cambia l’approccio alla vita e alla comunità. Ma può anche essere molto costoso se non adeguatamente supportato. L’impatto finanziario dei costi legati all’accudimento e accrescimento dei figli è uno dei motivi più significativi per cui alcuni adulti scelgono di ritardare o addirittura rinunciare ad avere figli. I dati Istat rielaborati dall’Università di Verona, basati sui Consumi delle Famiglie Italiane, indicano che il costo di mantenimento di un figlio, che si riferisce alle spese per beni necessari quali gli alimenti, la casa e i vestiti, di età compresa tra 0 e 5 anni è di circa 530 euro al mese, pari a circa la metà del costo della vita di un adulto. Per un figlio di età dai 6 ai 18 anni, il costo è di circa 390 euro, pari al 40% del costo di un adulto. 

 

Costo di accrescimento di un figlio

 

Il costo del semplice mantenimento di un figlio rappresenta una stima conservativa rispetto al cosiddetto costo di accrescimento di un figlio che, invece, incorpora le spese per beni non strettamente necessari e per la cura dei figli e della casa, quali l’istruzione, lo sport, le attività culturali e ricreative, le vacanze, l’assistenza dei figli, etc. Nel caso di coppie con figli in cui entrambi i genitori lavorano, i servizi di cura devono necessariamente essere acquisiti sul mercato a costi molto alti. Il costo di accrescimento è stato stimato in un costo medio di 1.100 euro mensili che aumenta a 1.600 euro quando si tiene conto anche del “lavoro non pagato” impiegato nella cura dei figli e della casa.

 

Costi complessivi 

 

Se si cumulano i costi dei figli nel tempo sino al raggiungimento della maggiore età, si ottiene un costo medio di circa 125.000 euro quando si considera il solo costo di mantenimento, e di circa 258.000 euro, invece, se si considera il costo di accrescimento al netto del valore del tempo impiegato in attività di produzione domestica, ovvero il lavoro impiegato per la cura dei figli e della casa. Se si includesse anche il valore del tempo di cura di figli e casa, si arriverebbe in media attorno a valori di molto superiori ai 300.000 euro.

 

Rapporto Istat sulla natalità 

 

La denatalità rischia di avere un impatto particolarmente drammatico per il nostro Paese sia sul versante economico sia su quello sociale. Secondo l’Istat, negli ultimi 9 anni si sono persi 1.561.000 abitanti (pari a tutti i residenti in una Regione come la Sardegna). Erano 60 milioni e 346 mila i residenti il 1° gennaio 2014 mentre risultano 58 milioni 781 mila il 31 luglio 2023.

 

Come fotografato recentemente dall’Istat nel rapporto sulla “Natalità e fecondità della popolazione residente”, nel 2022 le nascite sono scese a 393mila, registrando una riduzione dell'1,7% sull'anno precedente. Tale calo prosegue ininterrottamente da 15 anni. Rispetto al 2008, oggi si rilevano oltre 183mila nascite in meno (-31,8%). La situazione appare particolarmente critica anche nel 2023: secondo i primi dati provvisori a gennaio-giugno le nascite sono circa 3.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, con una fecondità pari a 1,22 figli per donna. 

 

Interventi a sostegno della famiglia

 

Per tentare di arrestare il fenomeno dell’‘inverno demografico’, che sta investendo il nostro Paese, assumono un’importanza centrale le politiche a sostegno della natalità. In tale prospettiva si collocano misure come l’Assegno Unico, l’incremento dei servizi per la prima infanzia, le politiche per il lavoro femminile e giovanile e per la conciliazione tra vita e lavoro, le risorse per finanziare il potenziamento dei servizi territoriali per la prima infanzia ed il caregiving, oltre che il sostegno alle spese di cura e di crescita dei figli.

 

Secondo Eugenia Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità: "Il Governo intende rimettere al centro la natalità e le pari opportunità. In tal senso, abbiamo aumentato l'Assegno Unico per le famiglie numerose, sebbene sia una misura sotto procedura di infrazione da parte dell'Ue. La scelta che abbiamo fatto in questa Manovra è stata quella di investire su genitorialità, maternità e famiglia. In questa direzione vanno misure come la decontribuzione per le donne dal secondo figlio e con l'asilo nido gratuito per le famiglie dopo il primo figlio. L'obiettivo è quello di tornare a dare valore sociale alla maternità".

 

Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza ha osservato che: “Bisogna soffermarsi sul problema del declino della natalità che peserà sul futuro della società italiana. La famiglia è stata lasciata sola per troppo tempo, quando invece i figli sono un investimento per tutta la comunità. Nonostante l'attuale congiuntura economica, la famiglia ha ottenuto più risorse del previsto. In questa scelta ho visto una salutare inversione di tendenza. Ci vuole un'attenzione importante da parte di tutti”.

 

Per Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati: “Bisogna continuare la strada già avviata con questa Manovra e in parte con quella dell’anno scorso riducendo l'impatto del caro vita sulle famiglie. Occorre invertire ciò che i dati ISTAT hanno certificato, ovvero il fenomeno del cosiddetto inverno demografico e uscire dalla logica per cui il figlio sia un costo. Al contrario è un percorso non solo di amore ma anche di incremento sociale”.

 

Secondo Simona Malpezzi, Vicepresidente Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza: "Occorre mettere in campo misure e strumenti che possono aiutare i nostri figli a valorizzare capacità e talenti. Bisogna aiutare le famiglie ad accompagnare la crescita del figlio, basti pensare al costo dei libri di testo. Il fondo attuale non è sufficiente e va incrementato, favorendo, al contempo, il trasporto pubblico gratuito. È necessario, pertanto, incentivare le agevolazioni per i mutui e rafforzare le retribuzioni, per garantire un sostegno effettivo alle famiglie".

 

Andrea De Bertoldi, Commissione Finanze della Camera dei Deputati, ha spiegato che: “La politica deve insistere sulle misure a sostegno della famiglia facendo i conti con le risorse che abbiamo. Se non invertiamo la rotta investendo sulla natalità la previdenza non regge. Ringrazio il Forum delle Associazioni Familiari per il riconoscimento ideologico della famiglia naturale. Le politiche devono concentrare gli sforzi per il contrasto al fenomeno dell’inverno demografico”.

 

Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari, ha rilevato che: “È necessario passare dalla cultura del figlio come costo individuale a carico delle famiglie, alla pratica del figlio come bene ed investimento per la società. Mettere al mondo un figlio, educarlo e aiutarlo a diventare un buon cittadino è una esperienza umana straordinaria. Questo lungo ed intenso percorso ha costi economici elevati che meritano di essere supportati. Per ridare dignità al prezioso lavoro dei genitori e provare a rilanciare la natalità è necessaria una riforma fiscale che tenga conto della composizione del nucleo familiare e dei costi di accrescimento dei figli, cui affiancare un assegno unico molto più generoso e servizi per la prima infanzia più estesi. Le misure in legge di Bilancio sono di per sé positive ma insufficienti ad invertire il trend demografico e dare vero sollievo al compito dei genitori." 

 

Per Gian Carlo Blangiardo, Docente presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, già Presidente Istat: “Quello della denatalità è un tema delicato. Stiamo andando avanti in una situazione complicata che rappresenta un problema e lo sarà da tanti punti di vista. Bisogna intervenire in fretta con misure a sostegno di chi vuole fare figli, in particolare, sul costo, sulla compatibilità rispetto al lavoro, sulla cura e sul tempo, che in una società come la nostra diventa un elemento importante”.

 

Per Federico Perali, Docente presso l’Università di Verona: “Il costo di accrescimento del figlio può fortemente condizionare le scelte di natalità soprattutto se confrontato con la capacità reddituale di una famiglia giovane. È importante, quindi, cercare di ridurre il costo nel breve periodo con politiche più efficaci, che meglio conciliano i tempi del lavoro con quelli della famiglia. Al contempo, è cruciale una drastica riduzione della disoccupazione giovanile e intervenire in modo sistemico sulla competitività dell’economia per riconoscere ai giovani retribuzioni più vicine al valore della loro reale produttività”.

Anche a Siracusa stiamo cercando di porre al centro del confronto politico i temi della natalità e del sostegno alle famiglie con figli. Speriamo che finalmente anche nella nostra realtà locale si prenda piena coscienza dell’importanza della posta in palio. 

Salvo Sorbello - Presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari 

 

DOMANI RICORRE L’ ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIORGIO LA PIRA

Giorgio La Pira, del quale ricorre domani  l’anniversario della morte, fu un cattolico al quale ispirarsi, soprattutto in momenti assai difficili come quelli che stiamo vivendo. 

Questo nostro illustre conterraneo, nato a Pozzallo, allora in provincia di Siracusa (dove aveva lavorato da piccolo nella bottega del padre droghiere), fu deputato dell'Assemblea Costituente, parlamentare e primo cittadino di Firenze (venne definito “il sindaco santo”).

Come ha ricordato Papa Francesco, «la complessità della vita politica italiana e internazionale necessita di fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune» e La Pira fu un «profeta di speranza», il cui esempio «è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico».

La Pira fu descritto dai suoi detrattori come un “pazzo pittoresco” ed invece dimostrò di saper affrontare, da solo e armato unicamente della sua fede, situazioni molto complicate, come quando cercò di porre fine alla guerra nel Vietnam. 

A causa di quel conflitto ogni giorno morivano migliaia di bambini, di donne, di civili, oltre che di soldati di entrambe le parti. La Pira aveva convocato nel 1965 a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam e decise poi di  recarsi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong, portando con sé la riproduzione di una Madonna fiorentina sotto braccio. Era partito in gran segreto, donò la Madonna a Ho Chi Min, che lo accompagnò a messa. Al momento di ripartire, La Pira si rese conto di non disporre dei soldi per il ritorno e, candidamente, li chiese proprio al capo del Vietnam del Nord, che glieli prestò subito. La Pira ci tenne a precisare che, tornato in Italia, glieli restituì fino all’ultimo centesimo. 

Ci vorrebbero ora uomini della lungimiranza e del coraggio di Giorgio La Pira, in questi tempi assai martoriati, con guerre in varie parti del mondo. 

La fama di La Pira era a livello mondiale ed era molto amato dalla gente della sua città di adozione, Firenze. Quando morì, era stato purtroppo dimenticato da molti ma ora è vicino ad essere proclamato Santo dalla Chiesa. 

In un mondo disorientato come quello odierno, una personalità come quella di La Pira, che non lesinò alcuno sforzo per promuovere un grande programma di promozione della pace sociale e internazionale, con l’organizzazione di convegni internazionali “per la pace e la civiltà cristiana” e con appelli forti ed autorevoli contro la guerra nucleare, sarebbe certamente un utile ed autorevole punto di riferimento. 

La Pira era riuscito a dare un supplemento d’anima alla politica e,in un periodo come quello attuale in cui la presenza dei cattolici nel sociale e nel politica è quasi irrilevante, ci sarebbe bisogno di uomini come lui. 

Da sindaco era diventato un leader mondiale, con un’autorità internazionale. Si presentava con semplicità, ma con una passione travolgente. La Pira, riprendendo le parole di S. Caterina da Siena, ricordava che le città non sono cose nostre di cui si possa disporre come vogliamo ma sono cose altrui, delle generazioni venture e quindi devono essere usate e migliorate, per essere consegnate ai nostri figli.  

Il giovanissimo La Pira, sotto lo pseudonimo “Gilapi”, partecipò a Siracusa a manifestazioni pubbliche, appoggiando i sottoscrittori del “manifesto futurista per le rappresentazioni classiche”. 

In un mondo umiliato e sottomesso dai signori del denaro, come ha sottolineato Marco Vitale, c’è bisogno di due profeti cristiani, nati nella nostra Sicilia: dell’utopista e sognatore La Pira, del rigoroso e ispirato Don Sturzo.

Salvo Sorbello

Il susseguirsi di tanti suicidi pesa sulla coscienza di noi tutti

 Il susseguirsi di tanti suicidi pesa sulla coscienza di noi tutti.

Mettere fine alla propria vita è espressione, in quel momento, di una profonda solitudine, di un senso di abbandono e perdita di speranza

Quando si arriva ad un tale punto di disperazione da togliersi il dono più grande, la vita, ci troviamo di fronte a 

drammi individuali che interrogano le responsabilità di tutti, istituzioni comprese.

Non si possono giudicare le coscienze, emettere condanne non compete a nessuno. Perché, non dimentichiamolo, la coscienza risponde solo a se stessa per i non credenti e solo a Dio per i credenti. Massimo rispetto quindi  per ognuno. 

Ma una comunità cittadina che mette al centro la persona umana, non può disinteressarsi rispetto a questi drammi. Ha, a mio avviso, un preciso dovere sociale e politico, oltre che cristiano per chi crede. 

Deve quindi cercare di capire, di comprendere se questi eventi tragici siano stati determinati da circostanze esterne. Non sarebbe accettabile se un essere umano dovesse scegliere di porre fine alla sua vita per mancanza di cure, per solitudini, per motivi economici. 

Penso ci sia bisogno, in particolar modo in un contesto sociale come il nostro, messo a dura prova sia dalla pandemia sia dall'attuale crisi economica e sociale, di un reale, incisivo sforzo collettivo perché nessuno cada nel baratro.

Servirebbe quindi, anche da parte delle istituzioni, un supplemento di solidarietà, di amore umile e concreto per il prossimo, generando tanti segni di speranza visibili anche se modesti, così che ciascuno trovi sempre, anche nei momenti più bui, ragioni di vita e di speranza. 

Riflettere su queste tragiche morti dovrà essere motivo per ognuno, nei propri ambiti, per amare di più la vita e per volerla migliore per tutti.

Salvo Sorbello - Presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

I COMUNI INTERESSATI PRESENTINO SUBITO L’ISTANZA PER OTTENERE I CONTRIBUTI PER LA PROGETTAZIONE DEI PIANI PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

 La presidente del Coprodis Lisa Rubino e il presidente del Forum provinciale delle Associazioni Familiari Salvo Sorbello, che da tanti anni sono impegnati nel campo della disabilità, rivolgono un pressante appello ai Comuni che hanno i requisiti, ad aderire all’Avviso Pubblico della Regione Siciliana che prevede cospicui contributi per la progettazione dei Piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche (di seguito P.E.B.A.).

L’Avviso della Regione stabilisce che possono produrre istanza i Comuni del territorio regionale con una popolazione residente compresa fra i 5.000 ed i 20.000 abitanti, nonché quei Comuni già beneficiari della misura di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2021 (aree ludico sportive e strutture semiresidenziali).

Le nostre città - proseguono Lisa Rubino e Salvo Sorbello -  hanno la necessità di avere un Piano per l‘abbattimento delle barriere architettoniche approvato ed operante e pertanto, quelle che hanno i requisiti non perdano questa importante occasione. 

Non solo per adempiere ad un obbligo di legge (risalente peraltro a oltre trent’anni fa), ma soprattutto perché i nostri Comuni sono pieni di ostacoli per le tantissime di persone con disabilità, per le mamme che portano i loro figli nel passeggino, per coloro che, a causa di un incidente, sono disabili temporanei. 

Sull’abbattimento delle barriere abbiamo da tempo avviato progetti pilota - concludono Lisa Rubino e Salvo Sorbello - con il coinvolgimento di istituti scolastici e del volontariato e speriamo che ora, vista anche la disponibilità economica, parecchi Comuni si dotino finalmente del Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche, Si tratta di uno strumento indispensabile per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio, negli spazi pubblici e negli edifici pubblici. È di fatto un piano attuativo specifico, che approfondisce la mappatura delle criticità e costruisce dei metodi di intervento, quantificando il fabbisogno economico e lo sviluppo temporale necessari per la loro risoluzione. 

 

SECONDO PELLEGRINAGGIO DELLE FAMIGLIE DELLA METROPOLIA DI SIRACUSA

 Sta diventando ormai un appuntamento atteso il Pellegrinaggio delle Famiglie indetto dalla Metropolia di Siracusa, che comprende, oltre all'arcidiocesi siracusana anche le diocesi di Noto e di Ragusa.

Dopo quella dello scorso anno, svoltosi nella città aretusea e conclusasi al Santuario della Madonna delle Lacrime, l’edizione 2023 ha avuto luogo a Noto. 

Un intenso momento di preghiera, festa e riflessione, che ha visto diverse centinaia di partecipanti, provenienti da ogni comune delle province aretusea e iblea, che si sono radunati presso i giardini pubblici netini, per dare poi vita, dopo il saluto del sindaco Figura, ad una processione verso la cattedrale di San Nicolò.

“Famiglie siate il volto accogliente della Chiesa” è stato il tema scelto dagli uffici pastorali delle tre diocesi. Proprio per questa occasione, il musicista Salvatore Cannizzaro, che, insieme alla moglie Maria Grazia Sostegno e a mons. Salvatore Marino coordina l’ufficio per la Pastorale della Famiglia della diocesi siracusana, ha composto un canto davvero coinvolgente, che è stata la base musicale dei vari momenti della giornata. 

La celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo di Noto mons. Salvatore Rumeo, è stata preceduta da alcuni momenti di riflessione assai significativi, come le testimonianze di diverse persone delle tre diocesi. 

Dopo l’intervento del presule di Ragusa mons. Giuseppe La Placa, l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lo Manto ha tenuto la relazione centrale, ricordando l’anno incentrato sull'Esortazione apostolica Amoris laetitia sull'amore nella famiglia ed evidenziando come la Chiesa intenda essere sempre accanto a tutte le famiglie. 

 

Salvo Sorbello - Presidente Provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

UNA SOLIDA ALLEANZA TRA UOMINI E DONNE

 I femminicidi sono una realtà drammatica e inaccettabile. Altrettanto

inaccettabile è la pura ricerca dei pretesti scatenanti, senza mai mettere in

discussione la ragione di fondo: l’individualismo radicale, per cui l’altro esiste

solo come strumento da usare o come ostacolo da eliminare.

Femminicidi, ma anche, e in numero crescente, tante forme di violenza,

maltrattamenti e atti persecutori contro le donne. Compresi i matrimoni

combinati. Compresi gli stupri delle braccianti straniere nelle nostre

campagne. Compresi gli stupri avvenuti negli ultimi, devastanti conflitti.

È particolarmente scoraggiante apprendere che la maggior parte delle

violenze avvengano in ambito familiare, luogo privilegiato della cura delle

persone umane e delle relazioni. Siamo consapevoli, quindi, che, quando

l’origine di certe derive è nell’ambiente domestico, le azioni tese ad arginare il

fenomeno della violenza non possono essere certamente solo di tipo

assistenziale o riparativo.

Le famiglie italiane hanno immense risorse ma anche ampie fragilità.

Ce ne rendiamo conto ogni giorno e siamo per questo convinti che le donne

non possono più condurre da sole questa battaglia di civiltà e di

emancipazione. Ancora una volta scarichiamo su di loro un problema che

invece riguarda tutti, in primis il comportamento maschile nelle relazioni.

C’è un tema educativo e di gestione delle relazioni che ci interpella e che non

può più essere delegato solo alle donne. È una battaglia questa che deve

essere combattuta insieme, uomini e donne, in una rinnovata alleanza che

veda gli stessi uomini in prima fila.

C’è bisogno di scardinare comportamenti distorti ed egoistici nei legami

affettivi, c’è bisogno di educare ad una sana e rispettosa gestione

dell’affettività e delle emozioni. La violenza, in tutte le sue manifestazioni, va

contrastata, più che con gli slogan e le manifestazioni, attraverso un capillare

ed instancabile lavoro di educazione e di prevenzione, che punti innanzitutto a

sensibilizzare ragazzi, giovani, fidanzati, coppie, attraverso il coinvolgimento

di famiglie, comunità, scuola e istituzioni, alla corretta gestione dei sentimenti,

al rispetto in ogni sua forma, all’amore vero e reciproco tra i due sessi, alla

bellezza delle differenze che sono valore inestimabile di crescita e di sviluppo

di un’intera società.

Auspichiamo, dunque, che la tutela e la promozione dei diritti delle donne,

dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile, nonché la lotta

contro ogni forma di discriminazione e violenza a danno di donne, ragazze e


bambine, siano priorità condivise a tutti i livelli, da affrontare con coraggio e

determinazione e, soprattutto, “insieme”, in stretta alleanza tra mondo

maschile e mondo femminile. Quella della violenza sulle donne non può

essere una battaglia che riguarda solo le donne e non può essere fraintesa

come scambio fra emancipazione femminile e potere maschile in una logica di

contrapposizione; la partita della violenza sulle donne va trasformata una volta

per tutte in una battaglia corale di civiltà da condurre mano per la mano da

uomini e donne, attraverso una solida alleanza che rimetta al centro del

progredire di ogni società il rispetto integrale della persona umana. Solo in

questo modo potremo veramente contribuire a debellare questa vergognosa

piaga per tutta l’umanità.

Salvo Sorbello Presidente Forum delle Associazioni Familiari della Provincia

di Siracusa

Dimensionamento scolastico

 Non possiamo assolutamente condividere le incomprensibili scelte

relative alla nostra realtà locale, venute fuori dalla Conferenza regionale

di organizzazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2024/2025,

convocata dall’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione

Professionale.

Il rischio, molto forte, è quello di veder crescere le già notevoli difficoltà

degli alunni e delle loro famiglie e di mettere a serio rischio la qualità del

servizio scolastico.


Salvo Sorbello - Presidente Progetto Famiglia Siracusa

QUANDO L’ALLEANZA EDUCATIVA TRA SCUOLA E FAMIGLIA PRODUCE RISULTATI DAVVERO ECCELLENTI

 L’edizione del "Presepe vivente" dell’Istituto comprensivo Salvatore Raiti,

svoltasi ieri, è stata veramente in grado di emozionare. Si è vissuta

un’atmosfera natalizia nelle varie scene del presepe, con la presenza di

asinelli, caprette, con il caldarrostaio, il casaro, lo zuccaro.

Certo, quest’anno era arricchita anche da un coinvolgente "Villaggio di Babbo

Natale", ma quello che ha lasciati sbalorditi i tantissimi visitatori è stata

l’attenzione per gli accurati particolari, la spontaneità degli alunni che hanno al

contempo saputo interpretare i rispettivi ruoli con serietà e impegno, la voglia

di familiari, insegnanti e personale non docente di dimostrare, con i fatti, che

quando è poggiata su basi solide e sincere, l’alleanza educativa tra scuola e

famiglia produce risultati eccellenti.

Le presenze delle autorità cittadine, dell’arcivescovo Francesco Lomanto

hanno confermato la valenza di un evento che, per il successo unanime che

ha riscosso, resterà nella memoria di tutti i protagonisti, dal più piccolo alla

dirigente scolastica, la dottoressa Angela Cucinotta, che ha saputo guidare

con mano sapiente sia le laboriose fasi di preparazione sia quella, altrettanto

impegnativa, della realizzazione.

Ma il risultato più eccellente, che rende davvero da ricordare questa edizione

del presepe vivente del Raiti, è nella stretta e armonica collaborazione tra

scuola e famiglia.

Quando i genitori sono attenti e collaborativi, manifestando sentimenti di

appartenenza, di disponibilità e di collaborazione, quando il corpo insegnante

è attento e puntuale nelle attività educative, come sta avvenendo anche in

tante altre iniziative similari in tutta la nostra provincia, si creano le condizioni

per un’ottimale occasione d’incontro tra scuola e famiglia e a beneficiarne

sono gli alunni e l’intera comunità cittadina.

Salvo Sorbello - presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

80mo anniversario della Democrazia Cristiana in Sicilia

 Ottant'anni fa, il 16 dicembre del 1943, presso lo studio dell’avv. Giuseppe

Alessi, a Caltanissetta, si tenne la prima riunione che porterà alla costruzione

della Democrazia Cristiana.

Nel direttivo regionale, per rappresentare Siracusa, il prof. Giuseppe Agnello.

Come è ormai consuetudine, nei prossimi giorni torneremo a riflettere a

Siracusa sul ruolo dei cattolici nella realtà politica e sociale e sui motivi che lo

hanno reso, nella nostra provincia, marginale e ininfluente come mai in

passato.

Consapevoli che quella della Democrazia Cristiana sia stata un’esperienza

irripetibile, anche se sono in tanti che la stanno ora rivalutando per i suoi

meriti indubbi, per il suo immenso patrimonio culturale e di pensiero.

Nella provincia di Siracusa la fondazione della Dc poté contare su uomini di

grande valore, come Giuseppe Agnello, Corrado Piccione, Emanuele Reale,

Angelo Caracciolo, Gaetano Lo Magro, Angelo Corso, Ugo Lucchesi, Luigi

Agati, che si riunivano presso lo studio dell’avvocato Arturo Scatà, in via

Cavour 45.

Quando abbiamo pensato, da cattolici, che fosse sufficiente utilizzare gli

strumenti del potere per affermare i nostri valori, le nostre prospettive,

abbiamo sbagliato. Chi crede nella forza trasformatrice dei valori cristiani non

può perdere tempo, non può perdere soprattutto entusiasmo e volontà di

lottare.

I cristiani non possono smobilitare e anche la provincia di Siracusa ha

bisogno, più di ieri, della loro presenza.

Salvo Sorbello

SIAMO SEMPRE DI MENO, PIU’ ANZIANI E SENZA FIGLI

 La popolazione della città di Siracusa continua costantemente a diminuire.

Siamo ormai arrivati a 116.635 (57126 maschi e 59509 femmine) abitanti,

mentre soltanto quindici anni fa eravamo più di 124mila.

In corrispondenza, l'età media prosegue a crescere sensibilmente: da 41 anni

è passata a 46 anni.

E i dati parlano molto chiaro: quindici anni fa i giovani fino a 19 anni a

Siracusa erano 24.350, mentre gli anziani sopra i 65 anni erano 21.100. Ora

la situazione si è ribaltata: gli under 19 sono soltanto 20.900, mentre gli

ultrasessantacinquenni sono diventati 24.400.

Molto esemplificativo il dato degli ultracentenari, raddoppiati in pochissimi anni

da 16 a 30 (in tutta la provincia sono già più di 100)!

Questi dati dell’Istat non possono essere visti come semplici curiosità, ma

dovrebbero essere invece alla base di qualsiasi azione politico-amministrativa

futura.

I numeri relativi ad una popolazione che sta invecchiando con una velocità

impressionante, che ha praticamente smesso di fare figli, non possono essere

considerati routine.

Se non si inverte subito la rotta, saranno problemi molto seri, dal punto di vista

sanitario, dei servizi sociali, dei trasporti, delle attività produttive, del settore

immobiliare e così via.


Salvo Sorbello presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

La denatalità è un tema che coinvolge tutti. Una mia intervista con il giornalista Prospero Dente

Da quasi mille anni Siracusa è orfana e festeggia la sua Santa con un nodo alla gola

 Siamo l’unica città al mondo in cui gridiamo ad alta voce

il nome della città di appartenenza: Sarausana jè!

di Salvo Sorbello

Cosa c’è dietro il grido Sarausana jè?

Solo i siracusani possono comprenderne fino in fondo il reale significato: vuole

essere la manifestazione dell’anelito di un popolo che reclama quello che è stato

tolto con la forza, la violenza e l’inganno.

Quando, alla fine del 1981, il Corpo di Santa Lucia venne rubato a Venezia, ricordo

come ci furono molti i miei concittadini, anche molto autorevoli, che, pregando con

fervore, incessantemente, perché venisse ritrovato, non mancarono di manifestare

disappunto e perplessità per le parole dell’allora Arcivescovo di Siracusa mons.

Calogero Lauricella, che invitò a pregare "perché presto sia restituito a Venezia il

corpo di Santa Lucia”.

Concludiamo oggi questo viaggio nella devozione e nella fede per Santa Lucia.

Sarebbe dovuto terminare il 13 dicembre, ma le tante sollecitazioni che ricevute, ci

hanno spinto a proseguire, prima fino all’Ottava e poi fino a Natale.

Numerosi sono però ancora i temi che sono stati sollevati dai nostri lettori (in un

numero tanto alto quanto inaspettato) e che sono rimasti, per motivi di tempo e di

spazio, non approfonditi.

Ci ripromettiamo allora, in questo Anno Luciano, di tornare presto a scriverne, per

onorare santa Lucia che nacque, visse, subì il martirio, divenne santa a Siracusa. E

qui il suo Corpo deve tornare!

SE ANCHE LA FESTA DI S. LUCIA NON E’ INCLUSIVA…

Come se non bastassero i presepi con due mamme e senza san Giuseppe e i canti

natalizi dove “cucù” prende il posto di Gesù, a Travagliato, comune della provincia di

Brescia i rappresentanti dei genitori dei bambini che frequentano le elementari

hanno preso di mira la festa della nostra santa Lucia.

Hanno infatti inviato un invito a “non osservare la tradizione bresciana” che, nella

notte del 13 dicembre, vede Santa Lucia portare giocattoli e dolciumi, e tutto questo

“per non turbare chi ha culture e religioni diverse”. “Quest’anno Santa Lucia cade di

domenica, quindi i festeggiamenti si posso fare in famiglia - si legge nella nota

arrivata a casa dei bambini di Travagliato - Le maestre chiedono il favore di non

portare giochi o altro il lunedì successivo. È una tradizione del nostro territorio e

molte persone non vi partecipano per motivi culturali e religiosi. Quindi è preferibile

non innescare nei bambini situazioni di gelosia o altro”.

Non è possibile sottrarre lo spirito di S. Lucia dal cuore dei siracusani. Tante petizioni popolari nel corso del tempo

 Tra le iniziative degli ultimi tempi che hanno coinvolto e mobilitato l’opinione

pubblica siracusana è giusto citare quella promossa alla fine degli anni

Settanta del secolo scorso da Radio Siracusa International, con la

trasmissione Zaratustra, condotta da Zabo (Salvo Ruiz), Armando Greco e

Ida Bianca.

Furono migliaia le adesioni dei siracusani ad una sorta di referendum

popolare, mirante ad ottenere il ritorno definitivo del Corpo di Santa Lucia.

Anche organi di stampa locali, prima fra tutti La Sicilia, ma anche, nel corso

degli anni, periodici come Siracusa Nuova, Il Diario di Siracusa, L’Eco di

Sicilia e Il Corriere di Siracusa (da me diretto), si fecero promotori di

campagne volte a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni.

L’enorme ingiuria che i siracusani continuano a subire

E’ essenziale che anche le nuove generazioni di siracusani si rendano conto

dell’enorme ingiuria che la nostra città subisce da secoli.

Il Corpo di Santa Lucia ci fu portato via, con la forza e con l’inganno, da un

comandante bizantino, Giorgio Maniace, che non si trattenne certo dallo

strapparci il cuore, l’autentico dono di Dio.

Tra i tentativi più importanti che si sono susseguiti nel tempo per ottenere la

restituzione del Corpo, ricordiamo quello, esperito nel 1855, dall’allora

vescovo Angelo Robino.

Assai articolato fu quello del 1904, in concomitanza con il sedicesimo

centenario del Martirio. Mons. Ignazio Immordini, dinamico segretario

dell’allora Arcivescovo Giuseppe Fiorenza, andò, in rappresentanza di un

Comitato di siracusani, a Venezia e poi si recò anche a Roma, da Papa Pio X

(nato Giuseppe Melchiorre Sarto, poi divenuto santo), che era stato Patriarca

di Venezia.

Riuscì quanto meno ad ottenere che il Papa facesse scrivere dalla Segreteria

di Stato che “Egli non intende pronunciarsi né in senso favorevole nè in senso

contrario alla cessione del sacro deposito (il corpo di Santa Lucia), ma

desidera lasciare agli interessati piena libertà di decisione alla domanda del

Comitato e non farà ostacolo né entrerà in merito alla risposta che, sia

affermativa sia negativa, riceverà a mezzo dell’ apposito Comitato, la

cittadinanza di Siracusa”.

Salvo Sorbello

S. Lucia a la sciuta si paparia a la trasuta sa mancunia. E’ durata a lungo la processione dell’Ottava

 di Salvo Sorbello

Per i non siciliani: Santa Lucia all’uscita (dalla chiesa del Sepolcro) si

pavoneggia, si dà delle arie, al rientro (in Cattedrale) temporeggia, si muove

con lentezza, tergiversa.

Anche quest'anno non è mancata la partecipazione attiva dei fedeli, che

hanno contribuito a che questa festa fosse caratterizzata da un intenso clima

di preghiera e devozione alla Santa della Luce.

La processione è durata a lungo, fin quasi mezzanotte, forse i siracusani

volevano allontanare l’ora del distacco dalla Santa.

Per il futuro, e per poter garantire la presenza in tutti i momenti del rito anche

ai devoti bambini o anziani, sarebbe auspicabile che venissero comunicati per

tempo, e rispettati, gli orari.


Da chierichetto della Cattedrale, durante le processioni dell’Ottava ricordo

certe serate ventose, di tempo davvero inclemente, in cui forse sarebbe stato

auspicabile un rientro più veloce, soprattutto per noi bambini.

La pausa per far riposare i portatori (che restavano gli stessi dall’inizio alla fine

della processione) veniva effettuata presso la splendida chiesa della

Madonna di Pompei

(dove peraltro veniva realizzato il presepe più bello di tutta Siracusa), in corso

Umberto, purtroppo demolita negli anni Sessanta del secolo scorso (dove

peraltro veniva realizzato il presepe più bello di tutta Siracusa), per far posto

ad un anonimo palazzo dall’impatto architettonico assai discutibile e che

ospita ora la filiale di una banca.

La chiesa si trovava presso l’Ospizio dei Fanciulli Abbandonati, poi

denominato Istituto Educativo Umberto I, diretto dai Padri Concezionisti

dell’Ordine dei Figli dell’Immacolata Concezione.

L’Istituto venne trasferito nell’estrema periferia, in fondo a via Gela ed ora è

praticamente abbandonato.

La differente sorte delle reliquie di Lucia ed Agata entrambe sottratte da Maniace. Quelle della martire catanese tornarono in Sicilia

 di Salvo Sorbello


Concludiamo, per il momento, questo viaggio nella devozione di Santa Lucia. 

Il suo corpo di giovane martire tra pochi mesi tornerà a Siracusa, purtroppo non in maniera definitiva. 

In questo Anno Luciano ricordiamo che la testimonianza di Santa  Lucia fu quella di una fede salda,  incrollabile anche di fronte al martirio. 

Una fede di cui abbiamo bisogno oggi anche noi, oggi, per superare le difficoltà dei nostri giorni e guardare con fiducia al futuro di Siracusa, che deve rinascere e risplendere della Gloria dei Santi di un dì! 


In molti mi hanno chiesto notizie più dettagliate sulle vicende dei corpi di queste due grandi Sante siciliane, venerate in ogni parte del mondo. 

Le  loro salme ebbero un destino comune: furono entrambe  trafugate, in maniera fraudolenta, dal generale bizantino Giorgio Maniace: quella di Lucia nel 1039 e quella di Agata nell’anno successivo. Spedite a Costantinopoli, per rendere omaggio all’imperatore bizantino.  

I catanesi furono costretti a veder partire le sacre reliquie; le accompagnarono al porto pregando di ottenere al più presto il loro ritorno. 

Sulla via Dusmet c’è un piccolo monumento marmoreo che ricorda il luogo della triste partenza. 

Le preghiere dei catanesi vennero esaudite e, a differenza di quanto purtroppo avviene ancora per quelle di Lucia, dopo 86 anni le reliquie di sant’Agata fecero il viaggio inverso, da Costantinopoli a Catania. 

Il rientro delle reliquie di Agata a Catania

Protagonisti di quello che viene giustamente definito un “lodevole furto”, furono due soldati, Gisliberto e Goselmo, entrambi devoti della Santa (i loro resti mortali sono conservati nella Cattedrale di Catania). 

Dopo aver recuperato le reliquie, raggiunsero la Puglia, dove lasciarono la reliquia di una mammella, che dal 1380 è venerata nella chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Galatina, in provincia di Lecce. 

Gisliberto e Goselmo approdarono alla fine ad Acicastello, il 17 agosto 1126.  Il vescovo di Catania, Maurizio, a piedi scalzi, guidò una processione di fedeli fino ad incontrare il corpo di sant’Agata ad Ognina. Le reliquie furono poi esposte alla venerazione dei catanesi  e si verificarono numerose guarigioni miracolose. 

Nella chiesa di S. Agata al carcere è ancora custodito il coperchio della cassa dove, secondo la tradizione, furono poste le reliquie giunte a Catania. Le reliquie della “Santa” sono preservate in uno scrigno e nel busto reliquiario, collocati in una apposita “cameretta”, nella Cattedrale catanese.

Il corpo di Lucia attende di tornare per sempre a Siracusa 

Il corpo di Lucia, invece, qualche anno dopo, nel 1204, in occasione di una Crociata che anziché andare a liberare la Terrasanta saccheggiò Costantinopoli, venne portato come “bottino” a Venezia. Anche se per alcuni, come abbiamo visto in precedenza, le vere reliquie di Santa Lucia si trovano a Metz, nel nord della Francia, dove sarebbero arrivate dagli Abruzzi, portate lì dai Longobardi. 

Dante e Lucia

Nella Divina Commedia è la Madonna che raccomanda il Sommo Poeta a Lucia e fu quest’ultima, “nimica di ciascun crudele”, a spronare Beatrice a salvare Dante e a condurlo poi alle porte del Purgatorio. 


C’è Santa Lucia nel dna della città di Siracusa. Si rafforza un legame inscindibile

 Ciuri di lumia: havi li capiddi ri S. Rusulia 

e l'occhi beddi ri Santa Lucia


Un’altra reliquia, una porzione del braccio della Santa,  venne donata nel 1988 dal Patriarca di Venezia Marco Cè e dal sindaco della città veneta Antonio Casellati, che vennero come pellegrini a Siracusa. Nel settembre del 2004, inoltre, l’antica urna marmorea, che aveva custodito il corpo di Santa Lucia per alcuni secoli, dal ‘600 in poi, venne consegnata alla Chiesa siracusana e si trova ora presso il Sepolcro. Che aspetta ancora il ritorno definitivo delle spoglie della nostra Patrona. 


La città di Modica solidale con Siracusa per la restituzione del Corpo

Nel marzo del 1950, in concomitanza con una campagna promossa dal Consiglio comunale di Siracusa e di cui abbiamo scritto in precedenza, la città di Modica volle ufficialmente sostenere la richiesta della restituzione del Corpo di Santa Lucia. “Rendendosi interprete dell’appassionata invocazione di Siracusa intesa a riavere dalla città di Venezia il corpo venerato della vergine Lucia, il Comune di Modica si associa ai desiderata della cittadinanza siracusana facendo voti a S. S. Pio XII, al Presidente della Repubblica e al presidente della Regione Siciliana, acciocché venga accolta l’istanza della città di Siracusa”. 


Una pubblicazione su Santa Lucia e Sant’Agata

“Sui passi di Lucia nella città di Sant’Agata” è un nuovo libro degli storici dell’arte Marina Cafà e Dario Bottaro. Il rapporto tra Agata e Lucia è così stretto e straordinario che la devozione popolare arrivò ad immaginare che fossero addirittura cugine. Entrambe simboli della qualità che il cristianesimo pone alla base dell'autentica santità, cioè l'amore puro, totale, assoluto e libero. Questa pubblicazione conferma come il culto dei Santi sia ancora vitale, in grado di generare riflessioni di varia natura, che spaziano dalla tradizione, all’arte, alla letteratura ma che hanno come base comune ed imprescindibile il fenomeno della santità, da inquadrare sempre alla luce dell’annunzio evangelico e come la meta cui tendere da parte di tutti.

Non dimenticando mai che il Concilio Vaticano II ha voluto mettere al centro la chiamata universale alla santità per ogni cristiano. 

Grande interesse riveste sempre il volume “Siracusa città di luce. I luoghi di Santa Lucia”, di Simona Gatto e Lucia Trigilia, pubblicato nel dicembre scorso.

  

Belpasso e Santa Lucia

Anche quest’anno un rito assai partecipato quello dedicato alla nostra Santa nella ridente cittadina etnea, dove si trovano quattro reliquie di Lucia e che è legata da grande devozione con Siracusa. Dal pomeriggio del 12 dicembre e fino alla mezzanotte del 13 non si interrompe (neanche durante la notte). Da citare le sontuose macchine scenografiche barocche: i “Carri”, protagonisti dei giorni della vigilia e che hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento, ben descritti nel libro “Santa Lucia a Belpasso”, di Gianni De Luca.

Salvo Sorbello