martedì 26 dicembre 2023

DOMANI RICORRE L’ ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIORGIO LA PIRA

Giorgio La Pira, del quale ricorre domani  l’anniversario della morte, fu un cattolico al quale ispirarsi, soprattutto in momenti assai difficili come quelli che stiamo vivendo. 

Questo nostro illustre conterraneo, nato a Pozzallo, allora in provincia di Siracusa (dove aveva lavorato da piccolo nella bottega del padre droghiere), fu deputato dell'Assemblea Costituente, parlamentare e primo cittadino di Firenze (venne definito “il sindaco santo”).

Come ha ricordato Papa Francesco, «la complessità della vita politica italiana e internazionale necessita di fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune» e La Pira fu un «profeta di speranza», il cui esempio «è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico».

La Pira fu descritto dai suoi detrattori come un “pazzo pittoresco” ed invece dimostrò di saper affrontare, da solo e armato unicamente della sua fede, situazioni molto complicate, come quando cercò di porre fine alla guerra nel Vietnam. 

A causa di quel conflitto ogni giorno morivano migliaia di bambini, di donne, di civili, oltre che di soldati di entrambe le parti. La Pira aveva convocato nel 1965 a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam e decise poi di  recarsi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong, portando con sé la riproduzione di una Madonna fiorentina sotto braccio. Era partito in gran segreto, donò la Madonna a Ho Chi Min, che lo accompagnò a messa. Al momento di ripartire, La Pira si rese conto di non disporre dei soldi per il ritorno e, candidamente, li chiese proprio al capo del Vietnam del Nord, che glieli prestò subito. La Pira ci tenne a precisare che, tornato in Italia, glieli restituì fino all’ultimo centesimo. 

Ci vorrebbero ora uomini della lungimiranza e del coraggio di Giorgio La Pira, in questi tempi assai martoriati, con guerre in varie parti del mondo. 

La fama di La Pira era a livello mondiale ed era molto amato dalla gente della sua città di adozione, Firenze. Quando morì, era stato purtroppo dimenticato da molti ma ora è vicino ad essere proclamato Santo dalla Chiesa. 

In un mondo disorientato come quello odierno, una personalità come quella di La Pira, che non lesinò alcuno sforzo per promuovere un grande programma di promozione della pace sociale e internazionale, con l’organizzazione di convegni internazionali “per la pace e la civiltà cristiana” e con appelli forti ed autorevoli contro la guerra nucleare, sarebbe certamente un utile ed autorevole punto di riferimento. 

La Pira era riuscito a dare un supplemento d’anima alla politica e,in un periodo come quello attuale in cui la presenza dei cattolici nel sociale e nel politica è quasi irrilevante, ci sarebbe bisogno di uomini come lui. 

Da sindaco era diventato un leader mondiale, con un’autorità internazionale. Si presentava con semplicità, ma con una passione travolgente. La Pira, riprendendo le parole di S. Caterina da Siena, ricordava che le città non sono cose nostre di cui si possa disporre come vogliamo ma sono cose altrui, delle generazioni venture e quindi devono essere usate e migliorate, per essere consegnate ai nostri figli.  

Il giovanissimo La Pira, sotto lo pseudonimo “Gilapi”, partecipò a Siracusa a manifestazioni pubbliche, appoggiando i sottoscrittori del “manifesto futurista per le rappresentazioni classiche”. 

In un mondo umiliato e sottomesso dai signori del denaro, come ha sottolineato Marco Vitale, c’è bisogno di due profeti cristiani, nati nella nostra Sicilia: dell’utopista e sognatore La Pira, del rigoroso e ispirato Don Sturzo.

Salvo Sorbello

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