martedì 26 dicembre 2023

Santa Lucia non è una favola E’ fede, storia, identità, devozione

 La sua Festa non è un trionfo del consumismo


di Salvo Sorbello



Il Corriere della Sera pubblica con risalto  una lettera in occasione della Festa del 13 dicembre. 

Purtroppo, in maniera inappropriata: Santa Lucia non è una favola, la sua Festa non è bancarelle, gastronomia, dolciumi, giocattoli… 

Santa Lucia è realmente esistita, la sua Festa per noi siracusani e per milioni di devoti in tutto il mondo è Fede, Storia, Identità e Tradizione. 


Caro Schiavi, 

ho letto quanto ha scritto Franco Pedilarco e la sua risposta in merito alla festa di Santa Lucia, definita una “favola”.

A me che sono siracusano fa piacere che si parli della Patrona della mia città, nata e martirizzata qui, ma il cui culto è diffuso ovunque nel mondo. 

Devo però confessare che sono alquanto dispiaciuto nel vedere definita una “favola” quella di Lucia. 

Ci si dimentica così che era una giovinetta, che preferì il martirio alla rinuncia alla propria libera scelta. Ai tempi dell’ultima e più crudele persecuzione dei cristiani, quella voluta dall’imperatore Diocleziano tra il 303 e il 304, Lucia, come narra il Codice Papadopulo, venne interrogata davanti al proconsole Pascasio, supremo magistrato, amministratore della giustizia e comandante dell’esercito. E la mia concittadina non ebbe alcun timore nel rivolgere a Pascasio queste parole, in risposta alle accuse che le erano state rivolte: “Siete voi che costituite la disonestà, voi, di cui l’Apostolo dice: Corrompete le anime degli uomini per apostatare del Dio vivente e servire al diavolo. Io sono una serva dell’Eterno Iddio ed Egli ha detto: Quando sarete condotti dinnanzi ai re e ai principi non vi date pensiero del come o di ciò che dovete dire poichè non sarete voi che parlate ma lo Spirito santo è che parla in voi”.  

Ed ancora: “Giammai potrai smuovermi dal mio proposito e farmi acconsentire al peccato; ecco che il mio corpo è in tuo potere, pronto ad ogni tortura. Perché indugi? Comincia ad eseguire quello che vuole il diavolo, tuo padre”. 

In tempi come i nostri, in cui finalmente la violenza contro le donne viene contrastata, l’esempio di Lucia è molto attuale. 

C’è un dipinto che mi pare davvero racchiuda queste parole: a pala “Santa Lucia davanti al giudice”, conservata nella Pinacoteca di Jesi: si è attratti dall'atteggiamento fiero della nostra Patrona. In particolare, dal volto e dal “piglio” di  Santa Lucia, straordinaria e molto potente raffigurazione simbolica della forza, della fermezza e della determinazione femminile. 

Di recente, nelle Marche, hanno ideato “Lotto Marzo”. Partendo dal pittore Lorenzo Lotto e dalle otto città che ospitano le sue opere, in occasione della ricorrenza dell’8 marzo, hanno voluto celebrare la “Giornata Internazionale della Donna” aggiungendo un altro “otto”. Sono state così chiamate otto “influenti” donne italiane ad esprimersi liberamente, lasciandosi ispirare da questa opera ed in particolare dall'atteggiamento di Lucia, per rendere pubblico un loro pensiero riguardo alla parità di genere e ai diritti delle donne nella società.

Le protagoniste di questo “Lotto Marzo” che hanno aderito a questa idea sono: Ilaria Capua (virologa di fama mondiale), Licia Colò (conduttrice televisiva e scrittrice), Maura Gancitano (filosofa e fondatrice del progetto Tlon), Barbara Jatta (storica dell’arte, direttrice del Musei Vaticani), Tiziana Maffei (architetto e direttore della Reggia di Caserta), Alessia Polita (pilota di motociclismo), Giorgia Speciale (pluricampionessa mondiale e oro alle Olimpiadi giovanili di windsurf) e Beatrice Venezi (direttore d’orchestra di fama mondiale). Per Barbara Jatta, storica dell’arte e direttrice dei Musei Vaticani, il “ritratto potente e delicato, in cui Lorenzo Lotto coglie gli elementi cardine della vicenda di Santa Lucia che sono modelli ancora attuali di forza e indipendenza femminili, come il carattere granitico che le donne dimostrano nelle situazioni più difficili”.

Ben venga quindi la Festa di Santa Lucia, ma proprio ripetendo le sue parole, gentile dott. Schiavi, “il futuro ha bisogno di memoria”. 

C’è la necessità che quando si nomina Lucia  ci si ricordi sempre che si tratta di una Martire. E, aggiungo, sarebbe anche il momento che il suo corpo, che si trova a Venezia, torni per sempre nella sua Siracusa.



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