mercoledì 4 settembre 2024

AD AGRIGENTO COME A SIRACUSA ED A CATANIA E’ POSITIVO IL RISVEGLIO SOCIALE DEI CATTOLICI

 “La manifestazione di protesta per la crisi idrica che si è svolta ieri ad Agrigento con una significativa partecipazione popolare, segna un momento importante per tutta Sicilia - così dichiarano Salvo Sorbello,  presidente dell’Osservatorio Civico e Franco Cirillo, che dell’Osservatorio è il  coordinatore del comitato tecnico-scientifico - I cittadini, ormai esausti, hanno chiesto, in maniera civile, che vengano rispettati i più elementari diritti, a partire da quello di poter fruire di una sufficiente  quantità d’acqua.

Particolarmente rilevante - proseguono nel loro intervento Sorbello e Cirillo, tra coloro che hanno voluto e stanno sviluppando l’azione dell’Osservatorio Civico di Siracusa, ormai conosciuto ed apprezzato in tutta la Sicilia -  è stata la presa di posizione della Chiesa agrigentina. L’Arcivescovo mons. Alessandro Damiani ha voluto infatti essere partecipe della grave crisi idrica della città e del territorio, che mette a dura prova la vita della gente alle prese con un servizio inadeguato ed ha  sollecitato gli enti preposti a trovare soluzioni emergenziali e strutturali risolutive, efficaci, efficienti, economiche e solidali, vigilando su eventuali speculazioni, su un bene primario come l’acqua, che possano danneggiare i cittadini. La Chiesa ha offerto così la propria partecipazione alla soluzione dei problemi, a vivere la responsabilità e solidarietà, senza sprechi, nel consumo dell’acqua. 

Ancora una volta la diocesi agrigentina, anche grazie all’azione di don Mario Sorce, direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, nonostante gli attacchi subiti, davvero inaccettabili, dimostra, attraverso il suo impegno sociale, di cercare di promuovere la giustizia, la solidarietà e il benessere comune. 

Ed in tale contesto riteniamo positivo - proseguono Sorbello e Cirillo, che sono stati anche apprezzati amministratori della città di Siracusa-  che si accendano in varie parti della Sicilia delle esperienze che hanno proprio nell’insegnamento sociale della Chiesa la loro fonte ispiratrice.

Basti pensare alle parole del nostro arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto,  che, in occasione della Festa del Patrocinio della Patrona Santa Lucia, ha voluto sottolineare la necessità “di una sanità che ponga al centro la dignità della persona umana e garantisca il diritto alla salute uguale per tutti con strutture idonee come l’auspicata costruzione del nuovo ospedale civico di Siracusa” o il Cantiere per Catania, presentato presso il salone dei Vescovi della città etnea con l’arcivescovo mons.  Luigi Renna, Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore della recente Settimana Sociale dei Cattolici svoltasi a Trieste, che ha rilanciato l’importanza dell’opera dei credenti in politica, volta in particolare a difendere, sostenere e ampliare la nostra democrazia attraverso la partecipazione.

Segnali molto significativi, fondati su due parole: partecipazione e persona, su cui si fonda la Dottrina Sociale della Chiesa e che dimostrano quanto si  sbaglia chi raffigura il cattolicesimo siciliano come debole e irrilevante. 

Basti ricordare alcuni brani dell’Esortazione Apostolica papale Evangelii gaudium: "Di conseguenza, nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi e della beata Teresa di Calcutta? Essi non potrebbero accettarlo. Una fede autentica - che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene «il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica», la Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia». Tutti i cristiani, anche i Pastori, sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore. Di questo si tratta, perché il pensiero sociale della Chiesa è in primo luogo positivo e propositivo, orienta un’azione trasformatrice, e in questo senso non cessa di essere un segno di speranza che sgorga dal cuore pieno d’amore di Gesù Cristo. Al tempo stesso, unisce «il proprio impegno a quello profuso nel campo sociale dalle altre Chiese e Comunità Ecclesiali, sia a livello di riflessione dottrinale sia a livello pratico".

Certo, ci vogliono  credenti con la testa piena e la schiena dritta, in grado di non piegarsi a pratiche scorrette e di non farsi strumentalizzare, per immettere nuovamente un’anima in una politica che sembra davvero ridotta a un mero gioco di potere e che allontana le persone anche dal voto - così concludono i due dirigenti dell’Osservatorio Civico - 

Dipenderà da tutti noi fare in modo che le voci di questa Chiesa siciliana non restino isolate”. 


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